1665 Incendio in Cofian-tirropoli , ff nel Serra-ifio. Il Ballar!-»»' propone al Vifir la paté, Preten/ìo-«i del Vifir per la pac*. 502. DELL’ HISTORIA VENETA c lepri, nel qual diletto era non meno, che negli amori perduro. Ma nell’animo timidiffimo del Rè ttava fiifa la gelo-ila de’ fratelli, che fapeva eflere da’ popoli riveriti, & acclamati dalle militie, come Principi di maggior habilità, e di migliori Speranze. Impatiente per tanto d’agitar ne’fofpetti, con-fukò il Muftì fe fuile opportuno levarli di vita : ma quelli dal Vifir ben’ iiìrutto, gli riinoftrò-non poterli abbattere quei fof-tegni della ftirpe Ottomana, fe prima egli con altrettanti non la ftabiliife . Da ciò comprefe il Sultano la neceffità d’applicarli a più fecondi piaceri, e perciò prefentatagli ad arte dalla Madre una fchiava condotta dalla region de’ Cofachi di rara beltà, e di tratto vezzofo, fe n’ invaghì talmente Mehe-met, che rinuntiòad ogn altro fuo affetto. Prima però, che in Coilantinopoli rientraile accaderono due grand’ incendii, 1’ uno nella Città , che arfe più cafe , l’altro nel Serraglio della Sultana Madre, che con gran parte della fabbrica incenerì quantità immenfa di gioje di tal prezzo, ch’ella hebbe per bene di fupprimere la fama del danno, accioche non s’avve-deife il figliuolo della venalità de’ fuoi favori, e del profitto delle rapine. Non trafeurò il JBalarini l’incontro di complire col Vifir all’arrivo fuo, e con tal’ occa (ione motivargli eifere collante nella Republica il defiderio di pace , quand’ egli piegaf-fe a ftabilirìa con patti sì giudi, che non poteife il mondo riprenderla come iniqua, nè il tempo alterarla come ineguale . Il Vifir dellderava ufeir dalla guerra, e d’impegno, ina con guilo del Rè , e coll’applaulo de’popoli. Affentiva pertanto ,che Can-dia reilaffe alla Republica con pochi Olmo terreno all'intorno; ma chiedeva inficine oltre groifo regalo , che l’occupato in Dalmata fi rendeile , e Suda , Grabufe , Spinalonga , e Tine fi dc-molillero. Scuoprivafi di tali propoile facilmente 1’ inganno, mentre fpianate le piazze, e lafciate all’arbitrio de’Turchi 1’ Ifole, il mare , i porti, tettava la città di Candia con aperto , e riilretto confine più che mai cinta da maggiori infidie, e munita da minore difefa . Comandò pertanto al Balarini il Senato , che non infittendo più il Vifir per la confegna di Candia, procuraf-fe di migliorar gli altri punti, non convenendo abbandonar nel trattato , ciò , che il nemico difficile conofceva di fupcrare coll’ armi. Ma difponendofi diverfamente in Cielo, ben pretto tra 1’ ar-