Preistoria dell’ Istria 27 Accanto ai molti nomi locali d’origine celtica ve ne sono poi degli altri, che sembrano non appartenere allo stesso ceppo linguistico. Forse col tempo l’indagine archeologica troverà nove fonti che getteranno qualche sprazzo di luce sulla natura degli elementi etnologici del popolo istriano. Per quanto le teorie finora emesse contrastino l’una con l’altra, basta per lo scopo di questo libro tener per ferma l’opinione concorde che il popolo primitivo dell’ Istria era affine ai suoi contemporanei dell’opposta sponda, siano pure Pelasgi, Euganei, Veneti od Illiri, e che l’invasione celtica, tanto di qua quanto di là, andò con svolgimento uniforme preparando il suolo fecondo, dal quale più tardi potè germinare la civiltà romana. Eccezion fatta per gli abitatori delle città costiere, gli Istriani, popolo d’agricoltori, di pastori e di cacciatori, erano attaccati alle usanze ed ai costumi antichi. Suddivisi in piccole truppe od in parentadi abitavano qua e là sulle penisole, in villaggi montani fortificati da valli circolari, ossia in castellieri. Argomentando dalla quantità dei castellieri, densa dovrebbe essere stata la popolazione. Carlo De Franceschi ne numera 321 ed il Marche-setti 500 i). Questo fatto fa risaltare la circostanza che nelle province vicine, Carniola e Dalmazia, il numero dei castellieri è esiguo. Prendendo come tèrmine di confronto la Carniola il fenomeno è spiegabile, qualora si consideri che il terreno carsico dell’ Istria, siccome più resistente, assicurava alle costruzioni una durata più lunga che le colline ricche di humus della Carniola. Del resto ove la pietra non abbondava, ove non era facile trasportarla, di certo si ricorreva al legname, oppure potendosi dare il 1) Carlo De Franceschi. L’Istria, note storiche. Parenzo, 1879. Oltre a ciò: Atti e mem. della Soc. istr. 1884, 1896.