104 Nervi schizzi dall’ Adria Dai muri delle case, spicca ancora scolpito nel marmo, qualche stemma dogale e qualche leone di S. Marco. Il leone del palazzo del comune, in luogo del libro colla solita iscrizione, serra fra l’ugna un dado, ed è forse del tempo in cui il doge Lorenzo Tiepolo insediò in Umago-il primo Rettore. Strano, in questo luogo pare che si reggano male persino i veicoli, poiché quando il mio compagno stava per fare qualche cerimonia riguardo al posto d’ onore della carrozza, il cocchiere interloquì avvertendoci che « il più pesante doveva montare a destra per ragione delle molle ». E con questo monito ci avviammo verso Buie. La bella strada, fiancheggiata da muri di campagna s’inoltra, per vistose tenute. S’arriva a Petrovia — nome probabilmente d’origine romana — ove accanto agli edifici d’una masseria spicca un palazzo, ricordante l’epoca dello splendore veneziano, che al presente appartiene ai conti Mar-covich. Proseguendo il viaggio, di qua e di là dalla strada si vedono delle località i cui nomi fanno desiderare il bel suono romanico, e sono : Rosul Jessi, Rubsia, Mamichia-Iuricani, Coronichi, Babichi, Cherti, Maletiti, Gerebizza, Matterada, ecc. Alcuni sanno di slavo, altri possono convalidare l’opinione del dotto triestino Emilio Erauer, che semitici vuole gli abitanti preistorici dell’ Istria. Nel 1449 Buie assegnò dei terreni a quelle famiglie morlacche che poi fondarono il villaggio di Bibali ; nel 1540 il Senato veneto insediò Morlacchi, Albanesi e Greci nel territorio d’ Umago, di Cittanova e di Buie ; nel 1599 i Morlacchi presero dimora fra Buie e Castel Momiano nel 1604 si stabilirono trenta famiglie turche su quel di Umago, — un villaggio a nord della città dicesi Turchia, e poco lungi da questo ce n’ è un altro detto Ungheria nel 1612 si cedettero agli Albanesi settecento campi del tenere d’ Umago, ecc.