86 Novi schizzi dall’Adria Madonna di Loreto, traversando un torrentello asciutto, ci conduce su d’un terreno carsico, lungo qualche centinaio di metri, interrompente, a guisa di grande banco, il verde del paesaggio. Subito dopo si discende rapidamente verso la spiaggia a mirare la piccola città d’Isola, a cui sorride la pianta di Bacco. E sera ; sera d’autunno. La via è animata da gente allegra che trasporta a casa le messi abbondanti. I campagnoli stessi trottano a canto ai loro vispi asinelli, o li montano, saltando in groppa all’animale, e dietro al carico liberano all’aria una canzone. Stranissima scena, vista da lontano ! Non vedete se non un grande fastello di culmi di mais, semovente, nè distinguete ove sia il portatore, nè il cantore. Quando l’informe parvenza s’avvicina, verso il basso vi si disegna, nascosto fino alle orecchie dagli steli, un ciuchino tanto minuto da potere intascarlo, poi scorgete due gambe penzoloni un po’ rialzate per non strisciare sul terreno, e son quelle del rustico a cavalcioni sull'estremo della groppa. In questa stagione 1’ uva è la derrata principale e si porta in recipienti di legno, o brente, fino dinanzi alle case, ove si pigia. Al tempo di Giac. Pii. Tomasini di Cittanova (morto nel 1654), bere vino tenendo il lume in mano, significava per i contadini condannarlo a tramutarsi in aceto. Non so se questa credenza popolare sussista ancora adesso, so però che avrei deposto volentieri il lume per assaporare la voluttà dello squisito Refosco, se l’avanzarsi del vespero non avesse fatto allungare il passo al nostro ronzino. La strada continua per un buon tratto fra la spiaggia ed il monte S. Marco. A sinistra i flutti si scagliano fino all’orlo della strada, a destra il monte s’erge ripido e nudo. Prima ancora di toccare Capodistria, era notte calata. Ci volgiamo indietro.