Pola e Nesazio 145 -che strapotente scalati i baluardi riesce ad entrare in Nesazio. Ed Epulo, per non cadere vivo nelle mani nemiche si trafigge colla propria spada. Mutila e Faveria, città finitime, non cedono che combattendo, ed appena dopo tutte le altre città istriane aprono le porte al vincitore. Dove stava Nesactium ? Gli archeologi ed i cultori di storia istriani, si sono, com’è naturale, molto occupati di tale questione. Dalla metà del secolo scorso in poi, più non si dubita, che il luogo ove la potenza regale istriana fu annichilita, stia su d’un clivo prospiciente sulla Valle di Badò. Sulla carta dell’ Istituto geografico militare questa località corrisponde al nome di « Gradina », nome che fa restare un po’ perplessi, quando si badi che tutto il dise-.gno è spruzzato di nomi consimili, come « Gradine », « Gradisce », « Glavica » ecc. ; invece, dagli abitanti di -quei dintorni si sa come quel luogo stesso dicasi ^isaze, probabile corruzione del nome italiano Nesazio. Arduo diventa il problema, quando si volesse cercare l’armonia fra la situazione di questo luogo e la descrizione della •città, lasciataci dalla penna di Livio. La parte meridionale dell’ Istria, la così detta Istria rossa, s’inclina a ponente formando un altipiano ondulato, inciso sul fianco ■orientale da parecchi fiordi più o meno profondi. Ivi, fra -due sponde alte 300 fin 400 metri sono : la gola di Fia-nona ; Porto Babaz e Porto lungo, ai piedi della costiera ripida d’Albona ; il gran Canale dell’Arsa, dalle sponde ■erte slanciate fino a 250 metri d’ altezza, il quale si •estende in un piano alluvionale per 40 chilometri fino al lago d’Arsa : ivi è pure il porto di Badò, ritratto moderno dell’Arsa antica, il quale, come golfo insinuato per due chilometri entro terra, si continua per altri dieci in forma di lunga valle fluviale fino nell’altipiano. Il golfo di Badò, vessato dalle alluvioni ancora adesso si ritira sempre più, ed i punti d’approdo d’una volta, impaludandosi 10