52 Novi schizzi dall' Adria e coltelli di iaspide, di flint, d’agata, di corniola e di pietra focaia. Montata l'alta rupe sovrastante all’ ingresso, lo sguardo penetra per tutta l’Istria interna. Per quanto il Museo provinciale di Parenzo conservi non pochi oggetti tramandatici dal regno d’Epulo, scoperti ai Pizzughi, a Yermo, ad Ossero, a Yillanova, al Quieto, per quanto i dintorni parentini, ribocchino di ve-stigia preistoriche, la città di Parenzo, coi suoi avanzi del tempio di Nettuno e di Marte, spira tutta romanità. Quattro chilometri distante da Parenzo, in direzione sudest si trova il monte S. Angelo con un grande castelliere a tre cinte circolari concentriche, fatte di grandi blocchi calcarei regolari ; le soglie e gli stipiti dell' entrata, come riferisce il D.r Amoroso sono ancora intatti. A tre cinte era pure il castelliere del vicino monte Mordello, distrutto dai cavatori di pietre. I3a qui, con quattro buoni chilometri di. viaggio si giunge alle celebri necropoli situate alle falde dei tre colli dei Pizzughi, ognuno dei quali è munito di triplice vallo in muratura. Dal 1883 in poi vi si scopersero 500 tombe del primo periodo del ferro d'Este, di Villanova, di Bologna, ecc. Esse contenevano poca ambra, ma molte perle di vetro per lo più azzurognole, coperte d’ una pasta gialla come quelle del primo periodo d’Este, di Villanova di Hallstatt e di Watsch. Alcune tombe erano recinte di mura e coperte da lastre di pietra fra le quali taluna, come assevera un corrispondente della Commissione storica centrale, di ardesia, sorta di lavagna, roccia affatto irreperibile nell’ Istria. Altre tombe sono in gruppi, altre sono semplici fosse. Le urne, d’argilla, commiste a granuli grossolani di carbone e di spato calcare, sono modellate a mano e cotte a fuoco libero ; altre sono pure d’ argilla ma lavorate al tornio, e colorite con ocra o con grafite. Il D.r Amoroso trovò pure dei vassoi d’ argilla circolari simili a quelli delle palafitte svizzere, evidentemente desti-