38 Novi schizzi dall’Adria dello spazio s’annichila sulla carta celeste ; cosi il quadro delle condizioni preistoriche istriane si presenta come un gioco ottico in cui la Roma dei Cesari si collocasse nel tempo dell’ imperiale Berlino. La durata dei castellieri si prolunga lino all’ epoca della civiltà romana, anzi la sorpassa. « I castellieri istriani » scrive il Hoemes « somigliano ad una specie zoologica che, entro al suo territorio di diffusione, abbia lasciato tutti i suoi stadi di sviluppo dalla nascita alla morte : scheletri, corpi in putrefazione, cadaveri freschi, e corpi vivi d’età differente ». Qualche cosa di vivo è rimasto nella tradizione, e la filologia tanto di qua che di là dall’Adria ritrova nell’ idioma popolare i suoni di lingue, morte da lungo tempo. Chi vuol conoscere gli elementi glottologici veneti e ladini dei dialetti dell’ Istria ricorra agii studi dello Schuckardt 1), dell’Ascoli, come pure al lavoro d’Antonio Ive 2) sui dialetti di Rovigno, di Valle, di Dignano, di Gallesano, di Fasana, di Sissano e di Pola. Il Burton tentò di darci un' idea della vita dei villaggi preistorici dell’ Istria : L’altezza dei valli permetteva ai difensori l’uso della freccia, del giavellotto e della fionda; 1’ ingresso n’era sbarrato da una siepaglia di frasche spinose come si fa tuttora nelle nostre campagne ; un villaggio consisteva di 100-120 capanne di legno o di paglia a foggia d’alveare ; gli abitatori accudivano ai lavori campestri ed in pari tempo erano pastori e cacciatori. Il cervo, l’orso, il lupo, il tasso e la martora popolavano i loro boschi. Gli Istriani erano probabilmente divisi in tribù l’una all’altra nemiche, obbedienti però al cenno d’un re comune, all’appressarsi dal pericolo. 1) D.r Hugo ScKuchardt. Slavo-deutsches und Slavo-Italie-nisches. Graz 1884. 2) D.r Antonio Ive. Saggi di dialetto rovignese 1888 — Ueber die istriauisehen Mundarten. Wien 1893.