146 Novi schizzi dall’Adria diventano impraticabili. Per l’identica causa, il torrente; Badò, un po’ alla volta convertì in palude salmastra tutta, la regione circostante ad un luogo chiamato ancora adesso Costiera. Dinanzi a tale fenomeno non è meraviglia, se-oggidì si deve cercare l’antico porto di Nesazio a tre chilometri lungi dal mare. Yisaze, fornita di porto, corrisponderebbe per conseguenza al tipo perfetto delle antiche città costiere istriane, come Trieste, Muggia vecchia, Torre al Quieto, Medolino (la Mutila di Livio, già accennata), Albona, Fianona, Mo-schiena, ecc., tutte città provviste di cinta murata, separate dal porto, e poste in collina sicura. Tenendo per esatta la descrizione di Livio, riesce difficile spiegare il passo con cui egli accenna al fiume scorrente accanto alla città«« amnemque praeterfluentem moenia », quel fiumiciattolo che tanto dava fastidio agli assedianti da indarli a lavorare più giorni per immetterlo in un novo canale. Una traduzione inesatta trasse don Stancovich all’ idèà. che quel fiume, correndo per un fossato, circuisse la città (circondava le mura), ed ecco quindi lo Stancovich intento a cercare Nesazio nel piano della valle. Invece, non una delle valli istriane solcate da un fiume è larga a sufficienza da far supporre che lo spostamento d’ un canale riesca di qualche vantaggio alla tecnica dell’assedio, e tanto meno la valle di Badò. Ed ora ammettiamo pure che Nesazio sorgesse su d’un altura, ma allora il deviamento del Bada sarebbe un non senso, anche concedendo che, per gli scoli delle acque provenienti dai boschi allora esistenti, sia stato di maggior portata che oggigiorno. La spiegazione si può-forse trovare per altra via. Essendo stati i Pelasgi del-l’Italia superiore abilissimi costruttori d’acquedotti, non è fuor di luogo supporre che anche gli antichi istriani avessero conosciuto l’idrotecnica. Potrebbe quindi essere avvenuto, che quelli di Nesazio, per non tollerare che-