Rovigno 135 ■è senza più mediterraneo. Per due trimestri dominano due venti, la bora e lo scirocco. La temperatura e le altre condizioni metereologiclie dipendono dalle correnti dei venti e dal fatto che, mentre la città riceve dal sud lo scirocco, 1’ ostro ed il libeccio (sudovest), è protetta dalla tramontana (nord), dal greco (nordovest) e dalla bora mercè una serie di colline che attutiscono la violenza dei venti accennati e li rende meno sensibili di quello che siano a Trieste ed a Pola. Perciò, quando a Trieste ed a Pola la bora infuria con grave pericolo delle persone e delle navi, 1’ acqua dei porti e delle spiagge di Rovigno è appena increspata, quando ivi ancora spumeggiano i cavalloni, quivi il mare è tutto calmo e tranquillo. Per conseguenza nel periodo delle tempeste invernali, la temperatura è più mite di quella di Pola tanto vicina, mentre nel cuore dell’inverno a cielo sereno, al tepore dei raggi solari, si respira 1’ aura ■di primavera. Di Rovigno non s’hanno ancora le esatte osservazioni meteorologico-climatiche, come di Pola. Di raro la temperatura di Rovigno scende sotto zero, ed in ogni modo non vi dura che nelle ore mattutine. Non infrequente è il caso che per molti anni non vi cada un sol flocco di neve. D’estate il maestrale (nordest) sfiora, verso mezzodì, ambedue i porti, mitigandone la temperatura non mai superiore ai 30 C. Meglio di questi dati, parla in favore del clima di Rovigno la vegetazione dei dintorni, di spiccato carattere mediterraneo. Accanto all’ olivo, al fico ed al melagrano (la melagrana aperta era nel medioevo lo stemma di Rovigno), all’avellano, all’albicocco ed al fico d’india, «tanno le macchie floride e sempre verdi del mirto, del corbezzolo, dell’ alloro, del pistacio, mentre i margini delle vie si rallegrano dei cespi del cisto. All’epoca romana, l’Istria, come la Dalmazia, alimentava una popolazione molto più numerosa dell’ attuale e di qualunque altro tempo. Ciò malgrado, se nel medioevo e nel