Preistoria dell’ Istria 51 1’ acqua piovana ha trascinato in basso frammisto a cocci, il terriccio sì caratteristico delle stazioni preistoriche. Il materiale disceso a valle ha formato nel giardino dello stabilimento una ricca miniera di oggetti preistorici. Il Dr. Benussi distingue i cocci del castelliere inferiore da quelli del superiore. I primi sono per lo più d’argilla impura, greggia, di cottura imperfetta, di color grigio rossastro, molto ventricosi, senza ornamentazioni e senza cordone basale ; quelli dell’ inferiore sono d’ argilla più fina e più solida, per lo più lavorati al tornio, cotti al forno, più piccoli e decorati con due linee a zig-zag, ondulate, parallele, e di color rosso poco pronunciato. Anche il Castello di Pietra pelosa, nella gola di Braz-zana, deve avere fondamenta preistoriche, poiché nelle macerie dei suoi ruderi si trovarono rottami simili ai sopradescritti. Nelle sue vicinanze si trovano S. Giorgio e S. Pietro, senza dubbio una volta ambedue castellieri. Di fronte a S. Stefano sta Sovignacco pur esso d’ origine celtica. Nel mezzo della Valle superiore del Quieto, in vetta ad una rupe conica del tutto isolata, ed alta 153 metri, sorge la cittaduzza di Pinguente, 1’ antica capitale della stirpe celtica dei Subocrini ed importante come fortezza di confine tanto per i Romani, quanto per i Veneziani. Nel suo circondario si conservava fino alla fine di questo secolo 1’ usanza di deporre nelle tombe pane, carne, formaggio, focacce e vasi pieni di vino, accanto ai defunti. Ciò vigeva anche nei dintorni di Pedena. Nella grotta Silvanus presso Pinguente il Puschi trovò degli oggetti, da lui paragonati alle reliquie delle tombe di Keszthety. Addossati alle ripide pendici della Ciceria stanno i castelli di Nugla e Rozzo, doviziose miniere preistoriche scavate dal prof. Moser. Presso Nugla in una grotta sbarrata da un muro, egli trovò frammenti di corna cervine, frecce 4 *