Etnografia dell’ Istria 7 convertirono in popolazione nova, come l’attestano molte I lapidi funerarie nelle quali, come assodò il Benussi 1), sono scolpiti nomi di famiglie celtiche. Per un processo naturale, sotto l’influsso della cultura romana, sul suolo traco-celtico, s’ è compiuta l’evoluzione nazionale, come nella penisola italiana ; ossia come dalla lingua volgare rustica si venne formando la lingua italiana, così pure nell’ Istria dal mescolarsi degli ■abitanti primitivi coi coloni romani si formò la base etnica, da cui aveva a sorgere una popolazione italiana. Dignano, Easana, Gallesano, Rovigno e Valle hanno un dialetto rigurgitante di proprietà indicanti la derivazione indipendente ed ininterrotta dalla parlata popolare romana, e nella stessa Veglia, fino al principio di questo secolo s’ usava un idioma italiano arieggiante quello dei Celti aborigeni. Però nella piccoletta Istria, il gruppo degli italiani autoctoni non basta per darci il quadro etnografico com- Ipleto del paese. Guerre e pestilenze, decimata la popolazione, apersero il campo a novi coloni prorompenti da levante, da ponente e da mezzodì. Toscani, Chioggiotti, fuggiaschi da Grado e da Aquileia, accrebbero la popolazione italiana di Trieste, di Cittanova, d’Ossero, di Pa-renzo, di Pola, di Rovigno, d’ Umago e di Pirano : vetrai, fabbri magnani, scalpellini e tessitori — così detti Cargnelli — vennero, come attesta il Tomasini 2) dal Friuli e dalla Carnia, e presero stanza in parecchie borgate ; friulano era l’idioma di Trieste e di Muggia, e la infiltrazione veneziana si fece sentire per tutto il paese appena lo stendardo di S. Marco cominciò a sventolare nei porti delle città istriane. Così sul ceppo dell’antica ita- 1) Bernardo Benussi. L’Istria sino ad Augusto. 2) Circa la metà del secolo decimosettimo il Tomasini dettò niia descrizione della sua patria.