Maggia 50 Sviscerare la storia medievale istriana è impresa non poco malagevole l), scarse essendo le fonti e troppo disastrose ed incessanti essendo state le vicende subite dal popolo e dal paese. Bizantini, Longobardi e Franchi modellavano sulle proprie le antiche forme giuridiche e le istituzioni; nell’interno del paese il feudalismo ingarbugliò le relazioni coi duchi di Baviera e di Carintia, con gli Eppenstein, con gli Sponheim di Krainburg, colla linea Andechs-Merano e cogli Absurgo ; lo stesso destino toccò alla costa, in causa della dominazione dei patriarchi d’A-quileia e degli stessi suoi Margravi residenti in Capodistria ; tuttavia le città restarono in pari tempo tributarie di Venezia, già fattasi padrona del mare. La guerra scoppiò fra Venezia ed i patriarchi, scoppiarono le lotte politiche nelle città fra il partito guelfo-municipale ed il ghibellinofeudale. Domati i ghibellini, le città istriane, s’adagiaronq sotto 1’ ali protettrici del leone di S. Marco. In pari tempo la chiesa romana si fa erede ed assume i diritti dello Stato romano, getta le basi del suo edificio sui ruderi antichi e s’ avvia allo splendore. Non è difficile rintracciare l’infanzia della così detta cultura cristana, nè tener dietro allo svolgimento della lotta fra l’èra antica e la nova, come non occorre per restarne avvinti, essere addentro nella storia locale. Mentre per i paesi più a settentrione il medioevo fu la prima aurora della storia, mentre dal loro suolo vergine, dissodato dopo l’atterramento delle sacre querce, incominciava a germogliare la coltura cristiana, nell’ Istria come in tutta la penisola italica, il novo doveva innestarsi sul vecchio e superarlo. Prima che spunti il giorno novo è d’uopo finisca quello che spira e il sole occiduo versi 1’ onda dei suoi bagliori sulla sera. 1) « Nel medio evo. Pagine di storia istriana scritte da B. ~0.r Benussi » Faremo. Pubblicate dalla Società istriana d’ archeologia e storia patria.