Rovigno 141 d’incendio in alcune isole presso Orsera nell’ Istria ; ne soffrirono in particolar modo l’alloro, il mirto ed il corbezzolo ; il fusto e le radici erano combusti all’unico scopo di fare largo all'erba da pascolo. Il mite clima della spiaggia di Rovigno allettò una società di Vienna ad erigere l’ospizio marino di S. Pelagio per i bambini scrofolosi e rachitici. Viaggiando in piroscafo da Trieste a Rovigno l’ospizio resta per breve tempo celato dietro l’isoletta di Figarola e la penisola della Muccia e si fa per qualche momento visibile prima d’entrare nel porto a mezzodì di Rovigno. Esso sta a due chilometri e mezzo dalla città in un piccolo seno aperto verso mezzogiorno, ed è circondato da un bel giardino. Durante tutto l’anno vi s’accolgono da centocinquanta fino a duecento fanciulli. Gli abitanti di Rovigno vivono della campagna fertile {agro rovignese), della navigazione e della pesca. Rovigno conta pure qualche industria fiorente, come una fabbrica tabacchi, una vetreria, un molino a vapore, un pastificio ed uno stabilimento per la preparazione delle sardelle. Cento barche con un equipaggio di quattrocento uomini attendono alla pesca. Il guadagno medio d’ un pescatore importa giornalmente 86 centesimi — per i pericoli e gli stenti del suo mestiere — ben magra ricompensa. Gli antichi edifìci di Rovigno furono in sul principio del secolo scorso sacrificati per la maggior parte all’ ampliamento della città. Edificio moderno è il Rubineo, alla «piaggia di Valdibora, il cui pianoterra è la pescheria ed il piano superiore, il teatro. Rovigno possiede anche una biblioteca di 7000 volumi, il cui nocciolo fu la collezione lasciata (1852) dal dotto canonico Pietro Stancovich di Barbana all’Arsa, l’autore dell’opera « Bibliografia degli uom ini distinti dell’ Istria ». Fra i distinti Rovignesi il più celebre dovrebbe essere