UMAGO E BUIE 'tÌi^Lfsr entrare nel porto circolare d’ Umago, la nave , proveniente da Pirano deve descrivere un grande arco e tenersi al largo per evitare i bassifondi di Pego-lotta, a settentrione del porto, indicati da un cono tronco in muratura. In quel bacino triste e calmo si specchia una corona di case squallide a tergo delle quali sta il duomo, quasi troppo ampio per quella cittaduzza. Quando esso era in costruzione le case crollavano l’una sull’altra entro il mare, poiché questa spiaggia inconsistente, di quando in quando sgretola. I ruderi del castello di Sipar sporgenti dal mare, e visibili ancora prima di toccare Umago, si devono probabilmente alla stessa causa. Nella strada principale della città, un santo di marmo col pastorale in mano sta come vigile scolta presso la porta d’una chiesa ; coro ed altare, colonne e tetto sono sprofondate da lungo nell’acqua. Però quel santo non se n’ accorge : ode il muggito delle onde spumeggianti sulla sponda, e lo tiene per la voce dei fedeli oranti ; dalla finestra del frontone del tempio un raggio di sole illumina i sassi logori della strada, ed ei lo crede il bagliore della lampada sacra ; tutto convinto d’aver affidato all’eternità la sua chiesa piantata sulla roccia, non s’avvede che il flutto insidioso ne rode l’ultimo muro.