Preistoria dell’ Istria 45 un monastero di Camaldolesi. Non lunge ecco il Monte Venda, su cui stava il tempio di Diana e nel medioevo un chiostro. Non è quindi inverosimile che anche il Monte della Madonna, il più alto degli Euganei (520 m.), sia stato coronato da un tempio pagano. Lungo il lembo della spiaggia orientale si giunge alla foce del Timavo. Qui tutto è saturo di ricordi vetusti ; qui Strabone trovò il bosco sacro a Giunone argiva, commemorante la spedizione degli Argonauti ; qui, secondo il Benussi, mercanti corciri trapiantarono il santuario di Giunone etolia; qui l’altare di Diomede e il tempio di Diana. In certi luoghi gli ordinamenti religiosi diffondono radici sì profonde da non poterle sbarbicare, idee ed usanze sì tenaci da passare immuni attraverso tutti gli stadi della civiltà, a guisa della roccia primitiva iniettata traverso la serie geologica degli strati. Di tali vicende il Timavo è sommo maestro. Diomede era il patrono dell’ allevamento equino. Nel suo bosco s' allevavano « cavalli bianchi dal piè veloce », e dal fondo del medioevo fino ai nostri giorni continuano i mercati dei cavalli presso la chiesa di S. Giovanni di Tuba, fabbricata sulle fondamenta d’un tempio pagano, mercati ai quali accorrono compratori e venditori da tutto il Friuli. Ecco un caso in cui si vede, come in certi luoghi si sieno abbarbicate certe tisanze popolari, di cui il motivo trascendentale manca o andò perduto. I popoli novi rimuovono i vecchi assumendone usi e costumi, le nove religioni rispettano la forma antica degli uffici divini. « La chiesa romana » scrive il Gregorovius, « amò istallare nei suoi templi i santi che in qualche modo corrispondessero alla divinità espulsa. Così il preteso tempio dei gemelli Romolo e Remo fu dedicato ai gemelli Cosma e Damiano. Così santa Sabina rimosse la dea Diana dal- 1 Aventino; così i due tribuni militari i santi Sebastiano e Giorgio, divennero i successori di Marte dio della guerra,