50 Novi schizzi dall’ Adria Il terriccio nero (Kiòkkenmòdding) del suo interno giunga alla profondità di un metro. Un coltello di bronzo a doppio taglio, trovato in quei pressi, si conserva nel Museo provinciale di Parenzo. I cocci estratti derivano tutti da vasi modellati a mano libera e cotti a fuoco aperto. Il Benussi ricorda oltre a questo il castelliere Benigni, a 322 metri d’ altezza, fatto del pari di due trincee ovali, abbastanza. ricco di rottami di pentole, rozzamente lavorate. Ai piedi del colle di Yisinada, sepolte nella palude giacciono le macerie delle due città portuali Nigrignano e Nengon, ambedue preistoriche ed in flore ancora all’epoca romana. Or portiamoci sotto Montona, là ove la valle s’ allarga.. Il terreno solatìo ricco di olivi, di viti, di castagni, di olivi, di peschi, di mandorli, di fichi, di susini, di meli e di peri dà rendita pingue ; la parte valliva ed i fianchi sono immersi nell’ombra della grande foresta demaniale. Dal centro di questo panorama circolare sorge un monte a cupola, alto 277 metri, dalla sommità del quale Montona, cinta da mura merlate, spazia superba. La sua triplice cinta gravita probabilmente su fondamenta celtiche, ed il « barbacane » dietro il quale si nascondeva il gregge all’ appressarsi del nemico, ci spiega lo scopo della cinta circolare esterna dei villaggi celtici a più cinte. Anche l’idioma, popolare dei dintorni di Montona è spruzzato di voci celtiche. La valle laterale di Zamasco è dominata dal castelliere omonimo, e nello sfondo di due altre valli latei-ali giacciono Bottonega e Draguccio, ambedue colonie celtiche. Riprendendo la valle del Quieto s’ arriva ai Bagni di S. Stefano situati sotto una rupe che strapiomba, alta 81 metri, sormontata da una triplice corona di massi ; vi s’ adagiano la chiesetta diruta di S. Stefano, le rovine d’ un castello romano e le vestigia d’ un fortilizio preistorico. A tergo e più in alto, su d’un ripiano, è un castelliere, da cui