76 Novi schizzi dall’ Adria poche sae caratteristiche. Pirano già esisteva quando i Romani penetrarono nell’ Istria, anzi, come gli altri luoghi della costa, dovrebbe pure avere accolto quei Traci che, provenienti dalle foci dell’ Istro (Danubio), diedero il nome alla provincia. Il nome Pirano, come assevera il D.r Benussi nell’Archeologo triestino si deve ai Celti, dimoranti nell’interno del paese. Quantunque Pirano abbia saputo conservare una certa indipendenza di fronte al potere temporale dei patriarchi d’Aquileia e alla dominazione franca, pur tuttavia, come assoda il D.r Benussi nella sua monografia su Pirano, negli statuti civici si riscontrano non pochi spunti giuridici longobardi e franchi. In nessun luogo la Signoria di Venezia trovò fedeli più devoti e più strenui dei Piranesi, eppure Pirano sola, quantunque all’ombra dello stendardo di S. Marco, seppe resistere vittoriosamente alla tendenza di Venezia d’assorbire tutto il commercio dell’Adria. A se stessa deve Pirano lo sviluppo di quello spirito indipendente si bene improntato anche ora nel dialetto, nel tipo e nel carattere della popolazione. Il Piranese ha la faccia aperta, ma la testa dura ; la Piranese è bella, ma austera, ha il passo grazioso come la veneziana, si veste accuratamente come la Francese e pettina ogni giorno i suoi bambini come una Tedesca, ma non è insinuante come la Veneziana, nè leggera come la Francese, nè sentimentale come la Tedesca. Soggetta Pirano al leone di S. Marco fin dal 1283, tutta la sua edilizia è imbevuta di carattere veneziano. Sulla piazza del porto sono due antenne per gli stendardi, infisse in pili monolitici in cui sono scolpiti il leone alato, il patrono S. Giorgio in atto d’uccidere il drago ed il millesimo 1466. Adesso questa piazza è battezzata col nome del Tartini, figlio di Pirano, celebre virtuoso di violino, che nel secolo decimoquarto fece tanto parlare di sè non