Parenzo 125 una che è una specialità di Parenzo ed è la canonica, in architettura del secolo decimoterzo, quella stessa, ove a-bitavano i sacerdoti autorizzati a riscuotere le decime. I ruderi romani della piazza Marafor, l’antico Foro, ci preparano alle impressioni di cui Pola ci sarà generosa, e la Via sclavonica, colle sue tombe romane, ci ricorda la via Appia 1). Oggigiorno Parenzo s’ebbe pure la ferrovia sclavonica, ferrovia costruita dalla maggioranza dietale italiana e battezzata nelle stazioni di nomi slavi dalla minoranza slava ; già, le scritte slovene non devono mancare, quantunque ad ogni contadino dell’ Istria corrano spediti soltanto i nomi storici e non già quelli slavi, di novo conio, per cui, s’ egli sa leggere, gli bastano perfettamentte i nomi italiani. Da Parenzo a Trieste la ferrovia locale attraversa l’Istria ubertosa di nordovest. Anzitutto il binario segue l’antica strada romana, poi piega a ponente verso Villanova, Visignano e S. Domenica e, passando al di sopra di Visinada, giunge presso Montana. A Visignano, in una regione oggi disabitata in causa della malaria, si possono vedere i ruderi del convento dei Benedettini di S. Michele Sottoterra, e nelle vicinanze, Nigrignanum e Rosarium, sparite nel medioevo. Su d’ una eminenza sta l’ex convento dei Terziari, detto della Madonna dei campi, i cui monaci nel secolo decimosesto e nel decimosettimo facevano sentire la loro presenza con la condotta poco edificante e.... coi messali glagolitici. Quando una volta il vescovo si recò da loro per la visita pastorale gli chiusero (1) Sulla flora di Parenzo il prof. Matteo Calegari pubblicò nel 1899 uno studio interessante (Milano, Tip. Bernardoni di •C. Rebeschini).