Preistoria dell’ Istria 39 In parecchi luoghi traluce dalla tradizione il ricordo oscuro degli abitatori dei castellieri. Così una leggenda della Valle del Quieto narra di molti villaggi abitati da giganti, che nella mischia slanciavano i loro martelli da un monte all’altro. Essi non erano di fede cristiana. Da quei valligiani i castellieri si dicono « Sidovschina » ed il loro abitatori primitivi « Sidovi » ciò che alla lettera significa « Ebrei». In fatti, come scrive Carlo De Franceschi nell’annata 1852 del periodico « Istria », si sarebbero trovate in più luoghi ossa umane di straordinaria grandezza, le quali confermerebbero la notizia pervenutaci dagli scrittori romani, che i Celti fossero stati di taglia grande e robusta. Il De Franceschi però non ha mai veduto queste ossa, nè lo sottace, anzi si richiama puramente alla testimonianza di persone non cognominate. TTna leggenda di Villanova si risferisce alle precipue fonti di lucro degli antichi istriani : al margine settentrionale del Quieto, ora impaludato abitavano tre regine, la regina del sale, la regina dell’olio e la regina del vino. Ed in vero, nel luogo accennato si trovano le vestigia di un castelliere ed entro un bosco d’olivi selvatici i ruderi della piccola chiesetta di S. Giorgio. Piaccia ora al lettore d’ accompagnarci in una peregrinazione traverso l’Istria preistorica. Posto Trieste come punto di partenza prendiamo di mira il villaggio di Biscici, presso il quale si trova una caverna, esplorata appena nel 1897, che ricetta rottami di pentole, utensili di pietra focaia, gusci di molluschi ed avanzi d’ ossa. Seguono la caverna di Gabrovizza, la grotta di S. Canziano ed altre ancora in cui il Dr. Marchesetti trovò pure gli utensili dell’ epoca litica ; per molte altre caverne poi il Prof. Moser ha potuto stabilire essere state abitate dall’ uomo preistorico. Di particolare interesse è la grotta di S. Ser-'volo, nella quale viveva il martire omonimo. Dietro 1’ al