LIBRO SESTO. 319 quida , & efortava la República a tenerti lontana d’impe- 16^3 gni. Tra fidanze diverie non fù difficile al Senato conten-tar amendue le Corone, non havendo 1’ una fuppodo di TÍ- Striato ton cevere altra rifpofta, che di univerfali concetti dì quiete, & f^feiuz',Z all’ altra badando, che indifferente fi confervaife. Il France- ront tante fe ch’era paffato per Genova, intìnuava a’Venetiani progetti di qualche corrifpondenza con quel governo. Ma era quedo jw*-più todo penderò privato di alcuno di quei Cittadini , che K follecitavano il Publico, e co’difcorfì, e con le dampe, rammemorando le antiche loro forze, e le attioni famofe sù’l mare, e ricordando anche gli ajuti predati loro contra i Bar- * bari da’Venetiani, quando ne’tempi andati appunto tra i due popoli infierivano più gli odii, e gli fdegni. Confideravano, oltre la pietà della caufa, il vantaggio di conciliarfi la gratitudine di un Principe amico così gelofo del ben dell’Italia, che per la comune libertà ha vea tante volte ei'podo sè dei* fo . Sin dal principio della guerra erano nate ne’ Collegi di Genova alcuni decreti di ajutar i Venetiani con dieci galee, e due navi j mà portatoti Rafaele Giudiniani , che tirava fol-do dalla República, a quella fua Patria per dringere la corrifpondenza , trovò gli animi della maggior parte cambiati , per la fperanza di vantaggiare in tal congiuntura il commercio negli Stati Ottomani. 11 Senato non credendo in quedo tempo di ricavarne frutti migliori, lafciò cadere le infinuationi del Pleffis, & anche del Duca di Modena , che parimenti la fua interpofitione efibiva. La cafa di Savoja defideravadi riconciliarti con la República, credendo per l’efperienzadel-le cofe pattate, che il rimettere la folita corrifpondenza, le tino è man-farebbe di honor, e profitto. Perciò la Ducheffa madre, prò- %taAvJiT vata altre volte inutile la mediatione de’Principi, mandò a Duchejfa di Veneria Don Mario Forefti, da Bergamo .Chenco regolare de' ZZVS Teatini, per tentare gli animi, & introdurre negotio; e per udirlo fù deputato Battida Nani Cavaliere. Ma non portan- pubbliche do egli foddisfattione, che cancellaffe le paflate memorie, fù di licentiato, lafciando però gettati all’hora i fondamenti, fo-pra i quali fù poi dabilito dopo qualche anno l’aggiudamen-to. Col Papa versò il Senato in negotio forfè più grave per *'** P" '* gli accidenti , che per l’eflcnza . Vacavano alcune Chiefe ,