Porto Rose 93 Dagli spalti delle artiglierie l’ocjhio spazia sulla bella rada di Pirano chiusa nello sfondo dalle saline di Fasano e di Sicciole, 1’ un dall’altra separate dalla penisola di Sezza. Come fra il fogliame d’ un rosaio si stende la ragnatela, così fra il verde della campagna ubertosa sta la grande rete delle saline intessuta d’argini e d’arginelli, adagiata sullo specchio argentino dell’acqua ; i mulinelli in moto delle pompe, colle loro grandi ali spinte dal vento, sembrano dibattersi come moscerini impigliati nei fili della rete. Le casupole biancheggianti, disseminate lungo gli argini, albergano per buona parte dell’estate duemila salinari piranesi. L’estrazione del sale marino è industria antichissima dei Veneziani. Chioggia possedeva molte saline già nel secolo dodicesimo, sfruttate da consorzi speciali. Passata l’Istria litoranea sotto la dominazione veneta, 1’ industria del sale prese grande sviluppo nei seni di Zaule, di Muggia (saline cessate nel 1829), di Capodistria, di Strugnano, di Fasano e di Sicciole, e formava monopolio della Repubblica la quale forniva di sale tutta 1’ Italia. Le saline di Pirano esistevano ancora prima della dominazione veneta ed ancora al presente sono le più importanti dell’ Istria. I bacini di cristallizzazione, o cavedini, ora in esercizio sono 7034 ed insieme coi bacini di condensazione ed annessi terreni occupano un’ area di 628 ettari. Il metodo di lavorazione ed i termini tecnici sono ancora quelli del secolo decimoprimo *). 1) Nazario Gallo. Compendio storico-tecnico-statistico delle saline dell’Istria. Trieste 1856. Notizie storiche intorno alle saline dell’ Istria. (Nel giornale «L’Unione», cronaca capodistriana bimensile 1879). Morteani. Condizioni economiche di Trieste ed Istria. 1888. Prof. Emanuele Nicolich. Cenni storico-statistici sulle saline di Pirano. Trieste, 1882.