IOTI Novi schizzi dall' Adria 1867, fu dal conte Grisoni insediata nel castello di Daila non lunge dalla spiaggia fra Umago e Cittanova. Poco discosto da questo asilo claustrale è il castelliere d’Albuciano. I suoi abitatori appartenevano ad un popolo del quale la storia soltanto ci racconta, che colle sue navi pirate molestava l’Adria superiore e che ancora quando era soggetto al Re Epulo, fu annientato dai Romani. Colla Valle della Dragogna si collegano anche parecchi ricordi storici : i manieri di Oastelvenere e di Momiano ci narrano dei Longobardi, dei Franchi, dei Patriarchi d’Aqui-leia e della grandezza di Venezia. Oastelvenere fu per lungo tempo uno dei baluardi della potestà temporale d’Aquileia, e durò fin nel 1310, quando cioè i Veneziani vedendo di mal occhio quel covo alpestre, lo misero a fuoco. In seguito fu contestato per due secoli continui da Pirano e da Buie, finché il capitano di Raspo, chiamato arbitro nella questione, sul ponte della Dragogna diede, in forma solenne, ragione ai Piranesi. Oastelvenere, villaggio pittoresco, dalle case stipate, piantato sulle fondamente della rocca antica, domina tutta la valle sottostante. La bella strada carrozzabile, costruita fin dal principio di questo secolo allo scopo di congiungere Trieste con Montona, s’inerpica fin lassù e di là per una grande svolta ci conduce traverso un piano ondulato. Ad un certo punto si scorge Buie, ma noi ripieghiamo su d’una via laterale dirigendoci verso Momiano. Piccoli querceti, macchie di ciliegi canini e di ginepri gettano le loro ombre sui prati olezzanti d’erbe aromatiche, sulla terra rossa dei campi arati di fresco, e su quella dei campicelli irregolari tolta col sudore della fronte agli anfratti del petrame circostante. Finalmente su d’un’ altura si presenta un paesello con un modesto campanile. E Momiano. Si viaggia ancora un pezzo prima di mettervi piede. Giunti, poco vi troviamo