6 Novi schizzi dall’Adria Istria è quasi identico al veteroslavo Ostrowu (isola). Istria è mutazione di Ostria, voce modulata dalla bocca greca sul ricordo di « Istro » di cui un ramo, secondo L’ opinione degli antichi, si versava nell’Adria. » Al lettore la scelta. Oltre ai castellieri, la cui costruzione s’attribuisce ai Celti, oltre ai nomi locali di suono celtico o veneto, oltre alle scoperte già menzionate, l’Istria conta pure testimonianze preistoriche palpitanti negli elementi latini, di cui spesseggia la lingua dei suoi odierni Italiani, e persino un idioma slavo del distretto di Pinguente, quello dei Fuchi. Nella pronuncia dei Fuchi, il Morteani scorge l’U francese, e quindi opina che gli Slavi immigrati dovrebbero essersi incontrati in provincia coi Celti primitivi della stirpe dei Secussi o Fecussi, coi quali mescolatisi, ne avrebbero ereditato non soltanto le particolarità della formazione linguistica, ma ben anche il nome, che da Fecussi si trasformò in Fuchi. La storia scritta dell’ Istria ha principio dal momento in cui i Romani costruirono il baluardo d’Aquileia per difendersi dagli irrequieti vicini di nordest. Gli eserciti romani penetrano nel paese. Il re Epulo, più volte battuto, si uccide nella sua capitale incendiata, Nesazio. Così l’Istria cade sotto la dominazione romana nel 178 a. C. Parenzo, Egida (Capodistria), Pola, Aemonia (Cittanova), Piquentum ed Albona diventano colonie militari, e la cultura latina si diffonde per tutto il paese. Così 1’ Istria entra nel suo millennio felice per uscirne col tramonto della dominazione bizantina. Questo periodo comprende lo splendore delle città istriane, lo sviluppo della vita municipale, l’evoluzione dell’arte provinciale vivificata da Roma e da Bisanzio, la diffusione del benessere e dell’ incivilimento. Mercanti e coloni italici, accorsivi in gran numero, accelerarono la romanizzazione. Gli abitanti primitivi si