8 Novi schizzi dall’Adria lianità istriana s’innestarono rami affini, così per l’influsso dell’elemento romano sugli autoctoni, più o meno forte a seconda, dei luoghi, più o meno vario a seconda del-l’elemento forestiero, derivarono quei molteplici dialetti istriani, per aver un’ idea dei quali d’uopo è ricorrere alle opere dello Schuchhardt, dell’ Ive e dell’Ascoli. Circa la diffusione attuale dell’elemento italiano nel-l’Istria, lo Czornig jun. scrive : « Si può accettare come schema che italiana è la lingua di tutte le città notevoli, quali Capodistria, Pirano, Buie, Pinguente, Montona, Pa-renzo, Rovigno, Dignano e Pola. Da queste città gli Italiani si diffusero per i piani, italianizzando talvolta, come fra Dignano e Pola, la gente slava ; così congiunsero fra loro i territori da loro occupati creando una zona in cui prevale compatta la lingua italiana. Questa zona s’estende lungo la costa settentrionale ed occidentale della penisola, e si spinge con un cuneo nel centro della provincia, cioè nel distretto di Montona e di Pinguente. Anche nelle piccole città d’Albona e di Veglia prevale la popolazione italiana, però mentre la prima, quasi pretta italiana ha qualche irradiazione della sua italianità per entro al territorio, la seconda non ne ha affatto. Pisino, ed i luoghi della costa orientale con gente dedita alla navigazione di lungo corso (Volosca, Laurana, Oherso e i due Lussini) oltre alla, maggioranza serbocroata contano delle minoranze italiane più o meno forti ; a Lussimpiccolo prèvale un po’ 1’ uso della lingua italiana. Al principio del secolo settimo giunsero nell’ Istria i primi Slavi, però ancora alla fine di detto secolo, il carattere romano era ovunque conservato. Più tardi 1’ emigrazione prese proporzioni sempre maggiori, e la protesta elevata dalle città istriane alla dieta del Risàno (804) contro i sopravvenuti, ebbe efficacia puramente passeggera.