LIBRO OTTAVO. 431 gliate fuori da Antonio Barbaro Provveditor dell’ Armata, e 1659 Girolamo Pefari Capitano del Golfo. Eife però dando a terra , lafeiarono modo di falvarfi alle genti, ma i fcaffi , col cannone, eie robe reftarono in potere de’Venetiani, che n’ incendiarono una, & afportarono l’altra. Cinque parimenti reilate addietro potevano correre l’iftefla forte, quando avvedutoli Alì, che il Capitan Generale avanzato più degli altri , non haveva più di cinque galee, calate le vele, raccol-fe le fue, & effondo già tardi, la notte impedì più fangui-nofo cimento. II vento poi, che iniorfe gagliardo, li fepa-rò totalmente, Aflan ritirandoli à Rhodi, & il Morofini rivedute a’Dardanelli le guardie, fi portò ad alfalire Toron . E’ il luogo penifola , che per la parte di terra, non può che YZoUtf* per anguftillìmo tratto ò patire gli attacchi, ò ricever foccor-ii. I Turchi ad ogni modo all’apparir de’nemici vilmente 1’ abbandonarono; onde dato a facco, e levati alcuni cannoni , incendiate con la mofehea le cafe, fù demolito . Pafsò pofeia il Morofini alle rive di Natòlia per incontrarfi col Capitan Bafsà, che quantunque accrefciuto fin’à cinquanta galee , non ardiva d’ ufeire di Rhodi . Trattenendofi perciò i Venetiani in quei porti; accadevano frequenti fattioni, convenendoli al iolito far acqua col fangue ; e con tant’ardore ufeivano i Turchi in tal’ occafione di Cifme, che lafciavano quafi vuota la piazza . Olfervatolo i Veneti un giorno , s’ avanzarono à provvederfi di acqua non folo, mà ad arder Milana-le ville, che popolano quel tratto di ameno, e delitiofo pae-fe. Nel ritornarfene , come appunto defideravano , furono dJvet^a-aifaliti da quafi rutto il prefidio. Combattendoli bravamen-te,Baron Baroni Sargente maggior di Battaglia, che flava in aguato ufcì, & ordinate in quattro colonne le genti, fecondo la diverfità delle nationi , caricò di modo i nemici, che li pofe in fuga , mà nell’ iftelfa trovarono ferrata la via di rientrar nella Piazza. Difperfi dunque , ciafcuno falvandofi dove meglio poteva , lafeiarono a’ Veneti libera la campagna . Il Capitan Generale, che flava coperto dietro una pianta , inviò Bernardo Nani Capitano delle Galeazze nel porto, feguitandolo con le galee ; e battendo furiofamente la Terra, atterrì quei pochi difenfori, eh’erano rimarti, e che ap- pe-