LIBRO SETTIMO. Condè non fenza loro danno gli aftrinfe a levarli. Procura- 1657 ta poi dall’ armi Spagnuole indamo la forprefa di Cales, con Segreto difegno quando fufle occupato d’ efibirlo agl’ Inglefi , per unirli al loro partito, riuScì più felicemente alla Francia di acquiftare Doncherche, confegnandolo al Cromwcl, refo ^toton' arbitro tra due sì gran Rè de’loro intereflì. Ma fopra tut- v^cbrcb» to la morte di Ferdinando Terzo a’due d’Aprile feguita, al- nwJ!' terò grandemente gli affari, e gl'involte in poco meno, che ineftricabili nodi. Fu egli celebre, per haver ne’principii del rA«. fuo regnare, comandando gli eSerciti, vinto ; poi retto tra Je avveriità giustamente l’imperio, in fine conSeguita la pa- «»tratta» ce, gelofamente la cuftodì. Ma in quelli c Stremi momenti , pjafci>¡°. benche da nojoSe indifpofitioni aggravato, indotto però dagli Spagnuoli con le Speranze del matrimonio dell’ Infanta ; e da’ Francefì , e Svedeiì provocato con infidioiì maneggi, la-fciò quali per forza condurti a predare alla Polonia , alla Fiandra, all Italia foccorfi . Appena Segnato con i Polacchi il trattato, egli Spirò, e lo ratificò Leopoldo, non ottante , che fulfe di danaro così eSaufto 1’ erario, che la prima con-fultatione de’Minirtri , tenuta fi può dire sù’1 cadavere di Ferdinando, fù circa il modo di trovarne per i funerali, & il lutto . Ma miSurandofi da’ Principi grandi la potenza , e 1’ impreSe con la riputatone, e col ferro , più che coll’ oro , applicò Leopoldo, Rè d’Ungheria, e di Bohemia, eSpeden-do con tei mila huomini 1’ Azfelt in Polonia ad eSeguire le promette del Padre .yll punto degli affari verSava in promuovere la Sua afluntione all’ Imperio . Egli nato il primo giorno di Giugno del mille Seicento quarantauno , non haveva Nafe¡t¿j¡ ancora 1’ età dalle leggi prefcritta per ufcir di tutela ; perciò Poli°fi• Ferdinando la demandò a Leopoldo Arciduca , che per i po- w/L». chi meli mancavano, l’eSercitò con tale temperamento, che do' fupplendo agli atti, dov’ era neceffario il compimento degli anni, laSciava nel retto , che il Rè fuo nipote trattaffe con i fudditi, e con gli Stranieri, accioche gli uni , e gli altri fcuoprittero 1’ indole tua , c 1’ habilità meritevole di nuove corone. Tuttavia Se i Principi emuli della cafa erano per con* tendergli l’elettone, anche tra le muraglie domeftiche non 5«*»!tiZ mancavano, te non difcordie tra’Principi, almen gelofie de’ de'