LIBRO au I N T O. 267 furono più ri farci te. Mentre i Veneti aguatavano Ja Canea , 16^0 i Turchi tefero infidie più occulte alla Suda, corrotti alcuni / Turcii . . « • ‘I rv- 1 tì invano te- della guarnigione , che volevano uccidere il Diedo Provve- tane ¡apre-ditore, e tradirla a’ nemici ; ma fcoperta la trama, reftòpu- s„Jt\ nita con la morte di pochi, e con la mutation del prefidio deiprtwe- 1 • 1« * i> r oitcr Dteao* allicurata la piazza . Trattanto in Candia continuava 1 eler- Kuol,ai„. citio fanguinofo delle fattioni , e delle fortite In una di quelle condotta fuori una macchina cortrutta con molte can- jafuoc*. ne d’ archibugio, che polle in giro in forma di organo, vomitava da ogni parte, quand’era tocca, fuoco, e piombo , fù lafciata in potere de’Turchi, che incerti di ciò che luffe, volendo levarla, fcoppiò nel muoverla, & alquanti ne ucci-fe. Nell’ irteflo tempo dato fuoco ad una mina in quel luogo aggiurtata, il Bafsà di Natòlia vi perì con molti foldati. La città di Sittia come luogo debole , e foprafatto da’ monti , era tenuta da’ Venetiani con poco prefidio $ ma il territorio pativa ]’ afpriiìimo giogo de’Turchi . I popoli perciò imploravano ajuto con la folita facilità di promettere , facendo fperare follevationi, e vantaggi. Il Generale di Can-dia per tentar la forte, mentre Y armata di mare follecitava quei di Canea, vi mandò Giacomo Barbaro Provveditore , e Marin Badoaro con buon corpo di gente, inficine col Ca-valier Giorgio Cornaro, che conduceva la cavalleria . Gira-petra al loro comparire , demolito il cartello, fù abbandona- oirapeus ta da’Turchi , nè il Barbaro fi curò prefidiarla , ma ritor- 'f^Z^Tuè-nando a Sittia pafsò per cafal Etea, dove raccolti grani, e *ki-provviiìoni abbondanti, il nemico teneva il fuo magazino . Stretto, & afpro eflendo il cammino , & in più luoghi dominato da’ monti, marchiavano i Veneti con lentezza , e dif-iìcultà , e fopraggiunta la fera, s’avvidero di efler cinti da’ Turchi. Cuflein appena faputa la fpeditione fatta da Candia a quel verfo, vi havea inviato un groifo di militie, onde i Turchi erano fuperiori di numero,* all'incontro i Veneti ftan- . _ chi, e trà valli profonde, & alti dirupi poco men che rin-chiuiì, L’hora tarda non permetteva, che tentalfero con la fpada lo fcampo 3 ma quanto durò la notte, tutto il tempo nell’ andar fpefero in preparar gli animi, e l’armi a duro, e dubbiofo aS,tt,a-contrailo . Nella confulta confiderarono alcuni de’ Capi di erte-