51 a DELL’ HISTORIA VENETA 1666 durò un mefe intero la’ pertinacia de’ Venti contrarii, che trattennero a Paris, e poi ad Antiparisaffliggendo incredibilmente le truppe imbarcate, onde folo al fine di Jebbra-ro fi moie. All’ hora pure cangiata in momenti ferenità Ndel Cielo, c haveva lufingato a fpiegar le vele, in furiofa burrafea y poitutt’adun trattocedendo il vento, inforfe nebbia sì ofeura, che poco mancò, che non fi difperdefle l’armata, ò fi rompefle nell’entrare di Suda .• Appena giunta in licuro , quando fperavano le militie, ò necelfario ripofo, ò più; fruttuofo travaglio, fopravenne tanta copia di neve, e poi’ pioggia dirotta con tal furia di venti, che pareva feon-volta la natura del clima, e congiurata kr fortuna a’ danni di quelle afflittiifime genti. Ad ogni modo foffrendo ogni ingiuria , sbarcarono tre mila huomini fotto il Tenente Generale dell’ Artiglieria Vertmiller, & il giorno^ feguènte fmon-tò il Villa con tutto l’cfercito flagellato da tanti difagi, & offefo dall’ inclemenza della ftagione, con doppio danno, e dal Cielo, che diluviava, e dalla terra, che tutta molle , e fangofa non permetteva a’ ibldati nè' reggerli in piedi’ alla pugna , nè coricarli a ripofo . Qualche truppa di Turchi calata ad oflervare Iòj sbarco , prettamente battuta da’ Veneti, fù aftretta a- rientrar in Canea, verfo dove fpinfe il Villa feicento fanti comandanti dal Vertmiller con ducento cavalli direni dal Conte Sforza Biliari, che ritrattato dalle mani de' Barbari con: la permuta di altri fchiavi, era pattato in Candia al comando della Cavalleria. Li feguitò l’ìfteflo Marchefe con altri trecent’huomini per foftenerli. Dall’altra parte il Comandante di Canea inviò a riconofcerli, cento cavalli, che bra--vamente incontrati furono rilpinti : ma il Bafsà, intefa la dif-ficultà con cui s’avanzavano i Veneti, non potendo per la ftrada cattiva marchiar unita la gente a piedi con quella a cavallo ,. lafciò avvicinarli, e poi fatta ufeire quafi tutta la guarnigione , caricò là fanteria con grandiffimo sforzo . Il Marchefe ignaro de’ fiti, e de’luoghi, havendo creduto fabbrica di campagna certa torre , che vedeva,. & è un campanile della Canea, tardi s’ avvide di haver tropp’oltre impegnata la gente.. Ordinata perciò laritirata, e favorendola come poteva, mentre i Turchi efperti ugualmente e d’incalzare, e di fuggire, praticavano