NITTI ammoni il più rumoroso di contenersi, per riguardo al pubblico che gremiva la sala del ristorante. Due Francesi non lontani si dicevano : « Sembra che gli Italiani non sentano molto Caporetto! ». La apparente leggerezza spensierata di Nitti era ben lontana dalla gravità di Cadorna che pranzava allo stesso albergo, tutto cupo, con i suoi ufficiali, in una sala riservata. Ma, forse, taluno osservava, tale aspetto gaio degli Italiani non nuoce, perché ribatte il pensiero dei più, che il fronte di guerra italiano sia oramai prostrato e finito in un disastro irreparabile. Del carattere, dell’atteggiamento, dell’azione di Nitti ebbi ulteriore prova successivamente. Essa risulta da un telegramma confidenziale e personale di Cellere a Sonnino, di cui non so se rimanesse poi traccia alla Consulta. Il telegramma è del seguente tenore: Washington, 20 ottobre 1918. Strettamente personale e segreto per Sua Eccellenza il ministro degli Affari Esteri. Prego decifrare ella stessa. Ieri Lansing con il quale scambiavo idee sul corso dei presenti avvenimenti militari mi disse improvvisamente, ma con evidente intenzione, che, secondo informazioni confidenziali in suo possesso, l’offensiva italiana malgrado il miglior volere e lo stesso proposito del regio Governo era paralizzata dall’opposizione del ministro Nitti che si faceva sostenitore della perplessità del generale Diaz. Questo