146 IL CONVEGNO DI SAN GIOVANNI DI MORIANA più tardi quando le popolazioni nostre tutto preferiranno a vedere rinnovare gli orrori della guerra. La nostra domanda di tutto quanto crediamo ci spetti fatta in blocco, e con la formale dichiarazione che poi nuli'altro vogliamo, avrà da superare difficoltà, ma non superiori a quelle contro le quali lottiamo ora. Adesso gli Alleati pensano che, alla richiesta sull’Asia Minore, altre faranno séguito e - ignorando quali - ci attribuiscono appetiti che temono aguzzare dimostrandosi facili a cedere. Essi pensano che la nostra ingordigia non avrà più limite, ne sono spaventati, e sono convinti che disputandoci il terreno centimetro per centimetro risparmiano altre concessioni che teniamo in serbo. Quando sapranno tutto quello che chiediamo, avranno almeno una certa tranquillità che potrebbe indurli ad essere più arrendevoli. Mi pare che sopra un programma complessivo di ogni nostra pretesa possiamo insistere recisamente, e farne dipendere la attitudine futura dell’Italia; il che non credo si possa dignitosamente fare per la negata concessione di un porto o di qualche chilometro più o meno di territorio in Asia, in Africa, ed anche sulle sponde orientali dell’Adriatico. L’Eccellenza Vostra giudicherà del valore che possa avere un suggerimento che io mi faccio lecito dar-Le, perché credo che l’impressione che avrebbe il Paese - qualora si verificassero le previsioni che mi sembrano di probabile realizzazione - ed il conseguente nostro danno sarebbero tali da avere gravi conseguenze.