LE ULTIME SEDUTE DEI QUATTRO T] pessimismo e dirgli che la sua lotta, come fu inutile nel passato, cosi lo sarà nell’avvenire. Vi imploro di pesare questa situazione e trarne le conseguenze. Io rappresento un piccolo Paese e non ho consigli da dare ai più civili e ai più grandi. L’Austria, quale è rimasta, sarà il figlio prediletto (iVenfant gàté) della razza tedesca. La Germania darà all’Austria tutto il conforto necessario per continuare oggi lo stesso giuoco che fece nel passato. Nulla sarà mutato. L’Austria, quantunque piccola, diventerà, con l’aiuto tedesco, e con maggiore energia, strumento della politica tedesca. Adunque, non rafforzatela con elementi che non ha diritto di avere. Utilizzate invece questi elementi, che furono sin qui una barriera contro questa avanzata della Germania verso il sud-ovest. Vorrei aggiungere qualche parola. Gli ultimi confini che abbiamo domandato nella zona di Klagenfurt comprendono, secondo le statistiche austriache, 24.000 Tedeschi e 60.000 Sloveni. È noto che le statistiche del Governo austriaco non sono mai state favorevoli alle nazionalità non tedesche. Nella parte che abbandoneremmo, 21.000 Sloveni resterebbero aggregati all’Austria. Giusta questa proposta noi prenderemmo 24.000 Tedeschi abbandonando 21.000 Sloveni, con uno sbilancio di 3000 a nostro favore. Ma se prendiamo le statistiche ecclesiastiche troveremo, sempre nella zona indicata, 80.441 Sloveni contro soli 4854 Tedeschi. Una carta etnografica pubblicata a Vienna da cartografi tedeschi attribuisce la zona, che noi chiediamo, agli Sloveni. Handler, un’autorità di propaganda tedesca,