234 l’entrata dell’ITALIA IN GUERRA visita a Sonnino, Bùlow, nel dichiarare tale rottura di relazioni, che non era ancora guerra, aveva soggiunto : « Potrebbe darsi, tuttavia, che i soldati italiani si trovassero di fronte anche soldati tedeschi già incorporati nelle unità austro-ungariche», (i) D’altra parte, il Capo di Stato Maggiore della Marina, Thaon di Revel, mi mandò il comandante Gravina per chiedere che cosa si dovesse fare se nell’Adriatico si incontrassero sottomarini tedeschi. Riferii a Sonnino, e comunicai a Gravina, per Revel, la risposta di Sonnino: « Sparare ». # Riporto qui appresso un telegramma circolare inviato da Sonnino alle Regie Ambasciate e Legazioni italiane all’Estero in data 23 maggio. La redazione è del Gabinetto del Ministero degli Esteri. Il carattere eminentemente conservativo e difensivo della Triplice Alleanza risulta evidente dalla lettera e dallo spirito del Trattato e dalle intenzioni chiaramente manifestate e consacrate in atti ufficiali dei ministri che fondarono l’alleanza e ne curarono i rinnovamenti. Agli intenti di pace si è costantemente inspirata la politica italiana. Provocando la guerra europea, respingendo la ri- (1) L’ambasciatore italiano a Berlino, Bollati, mi disse poi, venuto a Roma : « In Germania sono rimasti male, come chi rimane senza un’amante ».