86 LE ULTIME SEDUTE DEI QUATTRO Qualcuno tenta reagire : « Non dovevate andare cosi presto in mezzo alla folla ». La spiegazione non regge. Andavamo a passo d’uomo. Rientriamo all’al-bergo. (i) Pichon, parlando con Bonin, si è espresso vivacemente contro Nitti. Notizie di disordini e di stato d’assedio in numerose città della Germania. Martedì, 24 giugno. Ore 11. Riunione dei Cinque presso Wilson. Prima della seduta, comunico a Lloyd George che Tittoni ha telegrafato chiedendo di conoscere quando egli conta partire da Parigi, perché vorrebbe giungere in tempo per vederlo. Lloyd George. Io non voglio vederlo. Scusate la mia franchezza. Trovo un errore che non venga il Primo Ministro. Che non venga a vedere il presidente Wilson prima che parta. Mi ha mandato un telegramma e nel rispondere volevo accennargliene. Poi ho pensato meglio non farlo. Io partirò la sera della firma, per non ritornare. Non c’è modo che non venga Tittoni? Egli è stato sempre ostile a quella condotta che ha avuto Sonnino. (1) Il giorno dopo ebbi occasione di accennare l’episodio a Clemenceau, il quale ebbe l’aria di interessarsene, come ministro deirinterno. Un altro indice dell’atmosfera del tempo tra Italiani e Americani fu l'incidente tra il principe di Scordia, segretario di Orlando, ed un ignoto Americano, che in un caffè, dopo un breve diverbio di natura politica, lo assali improvvisamente e violentemente a pugni.