216 l’entrata dell’ITALIA IN GUERRA ma chiari avvertito l’Austria che l’indipendenza della Serbia era considerata dall’Italia stessa come elemento essenziale dell’equilibrio balcanico, che l’Italia non avrebbe mai potuto ammettere che fosse turbato a suo danno. Né ciò avevano detto soltanto nei privati colloqui i suoi diplomatici, ma dalla tribuna parlamentare lo avevano altamente e pubblicamente proclamato i suoi uomini di Stato. L’Austria, dunque, aggredendo la Serbia con un ultimatum non preceduto, con superbo disdegno di ogni consuetudine, da qualsiasi pratica diplomatica, e preparato nell’ombra con si gelosa cura di tenerlo celato all’Italia che questa ne ebbe notizia insieme al pubblico dalle Agenzie telegrafiche prima che per via diplomatica, si pose non solo fuori dell’alleanza con l’Italia, ma si eresse a nemica degli interessi italiani. Ben è stato detto che se l’Austria avesse avuto il proposito deliberato di spezzare il vincolo dell’alleanza con l’Italia, non avrebbe potuto scegliere né diversa questione nè diversi metodi. II) Questa situazione si delineò subito all’inizio della guerra e determinò la dichiarazione di neutralità dell’Italia che era la più immediata delle conseguenze che ne scaturivano. Ma era naturale e prevedibile che altre conseguenze avrebbero dovuto scaturire, quando col prolungarsi della guerra e per effetto di essa non solo il problema dell’Adriatico, ma tutti i problemi del Mediterraneo e dell’Oriente fossero venuti a porsi come ora si pongono, e cioè in condizioni affatto diverse da quelle alle quali l’alleanza aveva provveduto, ma oggi più non provvede. Prima ed