1669 T>ifarfi varj in Ve-tteya per P /arrefa eli Candia, II Semita conferma il trattato eli pacete' l Molino è eletto Ambaffia-dor» flr»ordinario al Twce. 616 DELL’ HISTORIA VENETA no di Ottobre vi entrò {biennemente tra lo drepito de’ militar’ idromenti, e le voci fedofe de' fuoi. Dalla Standia erano flati nel mentre pattati altri officii dal Capitan Generale col Vifir, e da lui corrifpodi con ugual cortefia, e con lauti predenti, lodandoli reciprocamente la fortuna dell’uno, & il valore dell’ altro. Date poi le vele a’ venti, il Generale , incamminato già tutto il redo , fi portò con ifquadra di navi alla Suda, dove provvedute , e vifitate le altre piazze , lafciò al governo Daniel Morofini, e poi pafsò al Zante. Seguì tutto ciò prima, che pcrvenifle a Venetia l’avvifo di così grave {uccello : e come il Senato intefa la partenza degli aufiliarii, prevedendo il pericolo, dava agitato da varietà di penfieri, e diverfità di configli; così giuntala mattina de’diciotto di Ottobre la nuova di Candia refa, e della pace accordata , redò per l’importanza, e per la novità altrettanto fofpcfo. Parevano alcuni commoffi, udendo il trattato conchiufo prima di fapere', che fi maneggiaffe . Altri efaltavano la prudenza del Capitan Generale, che lodcnuro il decoro coll’ armi, havef-fe con buon configlio tratto da’pericoli della guerra la Patria. A tutti veramente doleva , che dopo lunghi anni di travagli, e di fpefe bavelle convenuto cadere la piazza ; ma altresì con-folava , che nell’ avverfità di fortuna non haveffe punto defraudato alla fama la codanza degli animi, eia gloria dell’armi, in una difefa , che farebbe dimata maravigliofa, quando anche filile data più breve. Anzi pareva non minore, rè men degna vittoria il non edere in tanti anni di fiero travaglio da sì potente implico vinti, e totalmente abbattuti. Efaminate po-lcia dal Senato le conditioni , vi trovava fodenuta la dignità, & inficine il vantaggio, di cui era capace la conditone delle cofe, redando con le piazze, e co’porti dominio nelllfola, e poifedo in quei mari. Efcjufi regali, e rifarcimenti di fpefe di guerra, che la patienza de’Principi ha refo folito di accorda* rè al fado de’Turchi, cedevano effi piazze , e conquide contra il loro codume ; e trà l’ingiurie della fortuna appariva compen-fato il vantaggio di una parte col decoro dell’altra. Il Senato pertanto con voti unanimi approvando il trattato , n’efpedì la ratificatone a Luigi Molino, creandolo Ambafciatoredraordinario, accioche dal Vifir in Candia, e poi dal Rè alla Porta ne rice-