22Ó L’ENTRATA DELL’ITALIA IN GUERRA E gli squilli di guerra sul Popolo d’Italia di Mussolini. (i) La decisione del Re per il reincarico a Salandra, (16 maggio) comunicatomi da Salandra, fu da me telefonata a Sonnino che aveva lasciato Roma per recarsi al mare. (2) Inoltre: l’energica propaganda contro la guerra della più che ottantenne donna Laura Minghetti, suocera di Biilow, divulgante nel suo salotto, e dovunque, che la Germania era pronta a concessioni importantissime: a darci “tutto”; (3) l’angoscia di quel-l’altra nobile dama di alto sentire e di alto ingegno che voleva persuadere e persuadersi che la guerra non doveva farsi per questa o per queste ragioni, tra cui, celata ed inconscia, prevaleva forse quella dell’oraziano : « Bella matribus detestata » ; (4) le confidenze di guerra imminente, sussurrate in un ballo in casa Colonna, da parte di ufficiali richia- (1) Citerò solo: Abbasso il Parlamento! (11 maggio) e Vittoria (13 maggio) concludente che il nostro destino è affidato « all’acciaio delle baionette d’Italia ». (2) Vedi una fotografia di Sonnino lungo la riva del mare (tavola III). (3) Ma dichiarata la guerra, donna Laura non fu più la madre della principessa Bùlow, ma volle essere solo, come ripetè ed agi, la vedova di Marco Minghetti. (4) Ricordo che mentre ascoltavo quelle espressioni tra singhiozzi convulsi, io pensavo, fra altro, ad una lontana visita di Giovanni Giuriati che, con fermo ardore, offriva sé, ed un suo manipolo, in olocausto, per provocare, sconfinando, un incidente che desse occasione e rendesse inevitabile il nostro intervento. Ora, anni di poi, trovai che Giuriati ha dedicato il suo libro La Vigilia: A MIA MADRE - CHE MOLTO HA PIANTO - MA NON MI DISSE MAI “RIMANTI”.