132 IL CONVEGNO DI SAN GIOVANNI DI MORIANA stabilita a nostra insaputa, e nella quale sarebbe una nuova grandissima jattura se noi non intervenissimo. Saivago Raggi suggeriva l’invio di alcuni battaglioni eritrei. Studiando con Scialoja, Imperiali e Saivago Raggi i modi possibili per agevolare il negoziato, si pensò all’utilità di un prossimo contatto di V. E. con Lloyd George senza che sia detto preventivamente che in esso si debba trattare dell’Asia Minore; e ad un negoziato più ampio, che contemplando altre rivendicazioni ed altri compensi a noi, sia in Africa ( Gibuti), sia in Adriatico (Corfú), ci permetta di cedere su parte delle nostre richieste (Adana e Mersina), studiando in forma precisa ed esauriente quale sia l’effettivo valore di queste provincie e se la pianura di Konia non possa essere sfruttata anche da una ferrovia che metta capo ad Adalia. - Aldrovandi Alla “nota privata” consegnata da Imperiali a Balfour il 27 febbraio, ed alle conversazioni susseguenti fra Italia ed Inghilterra, il ministro degli Esteri britannico rispose per iscritto con una nota molto elaborata, in data 12 aprile. Tale nota ribadiva il concetto dell’equità della proposta alleata a termini del Patto di Londra. Ed aveva come allegato le osservazioni d’un cartografo della Marina britannica sopra le condizioni dei porti nella zona assegnataci, all’in-fuori di Smirne. Sonnino ne ricevette cenno telegrafico da Imperiali in data 13 aprile. La nota britannica era del tenore seguente: