IL CONVEGNO DI SAN GIOVANNI DI MORIANA I2g favore, essendo anzi questa base più esplicita di quella stessa che è contenuta nel Patto di Londra. Scialoja ebbe a Londra un cordiale colloquio con Lord Milner, il quale nulla obiettò, e parve anzi consentire pienamente nelle osservazioni del suo interlocutore, rappresentanti la necessità di eliminare questo grave pericolo di disaccordo e di conflitto tra gli Alleati, sia durante che dopo la guerra. Anche con Balfour Scialoja tenne analogo lin-guaggio. Balfour, di cui è noto a V. E. l’accenno fatto a me all’andata, ritornò esplicitamente e duramente sul tema della mancata visita di V. E. a Londra; Lloyd George che rappresenta effettivamente una dittatura in Inghilterra, tanto egli domina i suoi altri colleghi nel Consiglio di guerra, era assente da Londra dapprima, di poi malato, sicché a Scialoja non fu possibile vederlo. In un lungo colloquio ch’io ebbi con Cler\ gli dissi di felicitarmi, nell’interesse dell’alleanza, di aver saputo, ritornando in Inghilterra, che V. E. era ancora ministro degli Esteri, del che si poteva dubitare, e che si parlava ancora di Asia Minore. Gli dissi che la proposta inglese, di cui avevo veduto il testo, non era né seria né giusta. E gli chiesi se egli personalmente la riteneva giusta di fronte a quanto aveva ottenuto la Francia. Egli mi rispose che io parlavo a qualcuno che aveva trovato che si era abbondato troppo con la Francia. Che se l’Inghilterra si decidesse “sotto una pressione di guerra” ad abbandonarci Smirne, ciò avrebbe involto delle gravi conseguenze nelle relazioni tra i due Paesi per dopo la guerra.