IL CONVEGNO DI SAN GIOVANNI DI MORIANA 139 essere sempre dubbio sul valore di miniere imperfettamente esplorate non collegate alla fertilità del suo- lo 0 alla sicurezza dei porti. Facciamo tuttavia ulteriori ricerche e cerchiamo di arrivare ad una conclusione degna di fede. Non domando di più. Tanto io sono stato obbligato di dire, in difesa di un suggerimento che mi sembrava, ed ancora mi sembra, non immeritevole di considerazione, benché la discussione possa dimostrare che esso abbisogna di emendamenti. Mi sia lecito aggiungere una parola prima di concludere questa lunga lettera. Il primo principio che il Governo italiano trova nell’art. IX del Trattato di Londra è “il mantenimento dell’equilibrio nel Mediterraneo orientale”. Non si può osservare che sotto questo capitolo gli Italiani non potrebbero ottenere di più che la parte équitable o congrua per cui hanno titolo? Quali sono gli elementi, che in mano di una nazione marinara conferiscono influenza in una regione particolare? Certo il possesso di porti convenienti, sostentati ed appoggiati da un retroterra amichevole e prospero. Se, in aggiunta, questi porti e retroterra sono vicini alla madrepatria con nessuna intersecazione di grande Potenza, tanto più grande sarà l’influenza che essi naturalmente potranno raggiungere. Voglia stimare, sotto questi principi, le posizioni relative che, con l’andar del tempo, saranno occupate, in séguito agli assestamenti proposti, da Inghilterra, Francia e Italia, nel Mediterraneo orientale. L’Inghilterra possiederà l’Egitto con un porto e Cipro senza nessun porto. La Francia possiederà Beirut,