282 NITTI presente atteggiamento era commentato con espressioni di rammarico da Lansing, il quale apparentemente inconsapevole della estrema delicatezza dell’argomento nel quale si addentrava (pur avendo premesso che mi parlava in via puramente confidenziale e personale), continuò chiedendomi - con locuzione che tradiva un nuovo passo di diffidenza - quale fosse il movente di quell’opposizione ed a quali scopi mirasse. E senza interruzione, quasi incidentalmente, e procedendo con sintomatica associazione di idee si diede a lamentare che in momenti cosi gravi potessero prevalere in chicchessia interessi politici partigiani 0 manovre di persone interessate. Tutto ciò per arrivare a dirmi intenzionalmente e più o meno testualmente: « È ovvio che la condotta politica di un governante di altro Paese non è cosa nella quale io debba entrare. Ma il ministro Nitti ha cercato tante volte di insinuarsi presso di me con manifestazioni di cordialità né richieste né provocate che mi sento autorizzato a cercare di leggere speciali scopi che egli persegue, per non sentirmi costretto in presenza del suo atteggiamento a giudicarli loschi ». Avendo lasciato parlare Lansing fino all’ultimo onde penetrarne possibilmente a fondo le intenzioni, gli domandai allora per quali vie il ministro Nitti mantenesse contatto con lui. Egli mi rispose: « Scrivendomi ». E quasi incoraggiato dalla mia domanda e tradendo oramai appieno il suo pensiero, si spinse a chiedermi perché il Nitti fosse stato preso nel Gabinetto e quale autorità vi esercitasse. A questo punto dissi a Lansing che mentre non avevo elementi di