LIBRO UNDECIMO. 555 clic molti ferii tenendo quell’Ifola, era tutto vano ciò, che 1668 in un luogo folo operar il voleife. Dunque ne’legni armati la difefa fi riponeva, e vi Stavano alcune navi a guardia anche delle galee, che per l’impiego delle ciurme in Candia vi fi trattenevano mal guarnite. Soleva Lorenzo Cornaro Provve-ditor dell’armata con fette galee fcorrer quell’acque, fugando le nemiche bene fpeifo, e Tempre inquietandole . Il Vifir per batter tale fquadra pensò di valerfi delle Beiliere , che itavan’in Canea ; e rinforzatene dodici, chiamò a sè Durac Corfale famofo J e caricandolo di promeife, di follevarlo alla carica di Capitan Bafsà , gli comunicò il difegno con ordine di tenerfi con le dodici galee fopradette nellacque di Fodele in aguato , & ivi afialir, & opprimere quelle de’Venetiani, che fcorrevano verfo Santa Pelagia : portarfi poi alla Standia, & occupato uno de’ porti, fortificarsi, incendiar, e distrugger i legni della Republica. Sopra le galee s’imbarcò fegretamente Calip Bafsà con due mila Gianizzeri. Il Capitan Generale penetrato il penfiero degl’ inimici offe r va va i loro andamenti, & avvifato da’ fuoi confidenti , ufcì prettamente di Candia ,* & unite venti galee fi fpin- Anace* fe la notte dopo il fettimo giorno di Marzo a quella volta, \\fZ7t»* e nel bujo foprafatti i Turchi , che crederono eifervi folo il vmtta, « Cornaro con la folita fquadra , gli affali con gran forza , e 1 vittorie con pari coraggio. Riufcì afpro, e duro il conflitto, e come ie'n0J,ri' infolito y & altrettanto terribile combattere di notte sù’l mare , dove nell’horror dcll'ombre fi riempiono gli animi di va-rii, e vani timori , così da ogni parte guidava il cafo, e s’ efercitava l’ardire . La Reale della Republica venne da tre dell’inimiche aflalita j ma foccorfa da due conferve, una de’ Turchi reftò in potere di Luigi Contarmi Governatore, e l’altre fuggirono . Accorfo poi il Capitan Generale ad abbordarne una, la fottomife con leggiera fatica. Più forte cimento provò egli con Durac, che flava per occupare la galea di Niccolò Polani, in cui re Stando il Governatore ferito ,, era pur morto Daniel Giuiliniani Commilfario, & era fatto non men grave il pericolo, che crudele il combatto j quando accorSovi il Gene-rale a lumi di torcia fece nella nemica entrar le Sue genti. A quel-improvifo Splendore creduto di fuochi d’artificio , tale fù lo llor-dimento de’Turchi , che , caduto ellinto di mofehettata Durac, e ta-