144 IL CONVEGNO DI SAN GIOVANNI DI MORI ANA mi diceva in modo chiaro che ci lasciava generosamente Smirne, ma dovevamo rinunciare ad Adalia e Mersina, gli Inglesi dal canto loro lasciavano comprendere che Adalia e Mersina dovrebbero diventare nostre, ma che ben altra cosa deve dirsi per Smirne. Il negoziato minaccia di trascinarsi forse anche più della guerra e non è improbabile ci troveremo ancora aspettando una risposta da Londra o da Parigi quando si dovrà trattare della pace. Tutti avranno allora premura di concludere e saremo sacrificati. Quanto alle domande che l’Eccellenza Vostra intendeva avanzare dopo regolata la questione dell’Asia Minore, circa le Colonie d’Africa, non avremo forse nemmeno il tempo di accennarne. Queste previsioni possono apparire pessimistiche e nessuno sarebbe più lieto di me se risultassero tali, ma, tengo a dirlo ben chiaramente, mi sembrano molto probabili. Le tergiversazioni degli Alleati non sono solo la manifestazione della poca loro cordialità ma sono, io temo, la conseguenza di un piano prestabilito, quello di tirare in lungo per non ultimare mai questo negoziato, che è oggi praticamente al punto in cui era il luglio 191b, e per lo meno impedirci di formulare le altre domande che l’accordo di Londra ci dà ragione di fare. Se noi continueremo a discutere, 0 meglio ad attendere le risposte degli Alleati, faremo il giuoco loro, ed il Paese nostro resterà deluso nelle aspirazioni sue più legittime. Tale mio timore mi avrebbe indotto già prima d’ora a sottomettere all’Eccellenza Vostra queste con-