XXIV INTRODUZIONE ture, da una situazione all’ altra, da un canto all’ altro e proscriveva inesorabilmente tutto ciò che è caviglia, remplissage. E per questo abbandonò la rima; per questo incluse nei suoi poemi un’apparente dramatiz-zazione, introducendovi il dialogo, non perché egli mirasse a farne dei drammi, ma perché egli non ci teneva affatto a riprodurre meccanicamente i procedimenti degli antichi modelli, lasciandosi, invece, guidare, non solo dal gusto, ma da una logica inflessibile La quale gli diceva che se le formule omeriche “ cosi disse ” “ cosi rispose ” “ a lui” o “a lei rispondendo ” erano una necessità per i primitivi poemi, destinati ad esser detti; era non solo logico, ma utile, eliminarle nella poesia moderna destinata alla lettura, e in cui basta apporre a margine del testo il nome dell’interlocutore, o un altro artifizio tipografico qualsiasi, per ottenere 10 stesso scopo, alleggerendo l’opera poetica degl’ incolori verba dicendi. Come si vede, ciò che la critica notava come difetto, è nello Skanderbegh, e in genere negli altri poemi del De Rada, un pregio, e insieme uno dei più spiccati caratteri che l’opera sua assegnano, incontestabilmente, alla scuola romantica. E ciò che si può rimproverare a quel poema, non è già d’essere frammentario e molteplice, anziché semplice ed uno; bensì che il Poeta v’ abbia intruso interi canti composti a freddo, e sciupato, qua e là, anche le pagine più ispirate, incastrandovi astruse digressioni moraleggianti, o addirittura catechistiche, che arrestano il lettore e ne conturbano 11 godimento estetico. Il dramma Sofonisba,1 rifacimento in cinque atti e in prosa italiana della citata tragedia giovanile “ I 1 So/onisba. dramma storico di O. d. B. — Napoli, A. Bellisario e C. ( R. Tipografìa De Angelis ) 1891, pp. 75 in 16’. Ex*, nella Bibl. Naz. di Napoli ( * Libreria Calabra ” ).