I* 27 giugno 1405 Quercie la terra avea mutato; nuove acque s’inazzurravano, nel mare, a’ nuovi di; ma in Tempe ancor vivea d’Anacreonte la colomba antica. Andò sul monte un di per acqua, e come solea, più non redi; ma né la neve l’assiderò, né strale insanguinolla, ché lontanò nel volo e su la mia candida casa a posar venne. E quando la terra sparsa di palagi, e il mare ne la luce svelaronsi, siccome esce la gioia su da le pupille, quella mi risvegliò, de la finestra sui vetri svolazzandomi; e balzai.— Guardai fuori; facevan belli i campi già le semimature uve. Li aperti fiori del lino, se li move il vento * L’ asterisco apposto al n*. d’ un Canto, o a margine d’ un verso, una Nota in fondo al volume. 3 S 10 15 segnala