VI INTRODUZIONE La sua risposta è un simbolo ( vv. 231-38), ma ha la grazia d’un epigramma di Anite. E cosi la passione prende radici sempre più salde nei due cuori, anche nel-l’altro, ché qui, nel poemetto, sono intramezzati pure alcuni distici cantati dalla fanciulla. Spesso anche, Milosao narra impersonalmente di sé e di lei ; e ci dice or d’una visita fugace eh’ egli le fa, or d’un’allusione al loro segreto, durante il gioco dell’anello, in un gruppo di giovinette; e il mormorare già maligno del villaggio; e l’angoscia di lei quando la chiede in moglie un giovine forestiere; e finalmente il grido straziante della povera fanciulla, quando sa che Milosao partirà; e l’amaro risveglio, la mattina che Milosao è partito. Qui finisce la parte vissuta del Milosao. Il resto fu creazione fantastica, ideata per dare consistenza, intreccio e scioglimento di romanzo all’idillio. A Milosao, nei paesi lontani ov’è andato, giungono voci maligne sul conto della fanciulla; e, al suo ritorno, sappiamo da due distici umili e strazianti di lei ( vv. 760-63 ) eh’ egli l’è ritornato ostile. Poi Milosao deve scoprire che la fanciulla è innocente, e soffre fino a che gli si offre l’occasione d’una spiegazione con lei. Egli è andato in una sua fattoria, coi fratelli ; ma vi passa la notte insonne; notte dipinta in quattro momenti diversi, con pennellate sobrie d’una suggestività intensa ( vv. 775-87 ). Al ritorno, incontra per via la fanciulla; il dialogo è semplice, piano, senza una recriminazione e senza una sdolcinatura. La passione, reciproca, par che dissimuli se stessa; è come un sottinteso ( vv. 801-813 ). Ma occorre pure avvicinarsi allo scioglimento di questa avventura; e il deus ex machina che annulla di botto la disparità di condizione che separa, come una barriera, i due amanti, è un tremuoto che rovescia al suolo la città loro. I due, vagolando fra le rovine, si ritrovano, ed egli la induce a seguirlo.