XXX 30 giugno 1414 O MIA sorella, o chi t’avria predetto che un di mi lasceresti? Ahi sventurata sorella mia! Tu, appena si spandea l’alba sul mare, abbandonavi il nostro letto, per nutricare i filugelli, 111 5 e fulgea la soffitta al rosseggiare della tua veste! Ahimè, che tu mettesti l’ali siccome le farfalle, e d’essi non hai vista la seta! Altre han compiuto quello che su la terra aveano impreso n*o le mani tue; e già sei polve. E quegli occhi, ahimè, trono della vita, or sono terra, e muffita è già quella tua bocca, soavissima cosa, al quinto lustro! A chi tu dunque m’hai lasciato in terra, 1,25 luce de le mie stanze? Alla mia soglia chi uscirà più, che invidinla le amiche, cui da le gronde ammirin le palombe? Ora sfatto è il mio letto, e non v’è alcuno 74