LIBRO NONO. 4*5 mii, ancorché ila certo l’eccidio, amare le prefenti grandez- r66i ze, ingannandoli con vane Speranze circa i futuri pericoli. figli haveva veduto tanti fuoi anteceifori non haver potuto, che per momenti mantenerli nel lubrico del precipito; ma non atterrito dagli altrui cafi , intrepidamente sfidò la fortuna; Jafciando a fucceifori un raro efempio, che potrà valere a deluderne molti, forfè più, che a Salvarne.. Mentre giaceva in-fermo, con infolito favore lo villtava il Sultano , & egli per vlfiroisui. ultimo pegno di fede f avvertì, alludendo alla Reina Madre, tjinomoprrì^a che fi guardale dal configlio di donne , e non permettefle , chc alcuno de’Suoi fudditi eccedentemente arricchire ; mà ch’egli con ogni mezzo ingraffafse l’erario, e ilafse fempre a cavallo per tener in efercitio i foldati, & in terror gl’ inimici. Recano dopo la morte de’ Barbari per le più intigni memorie i loro maggiori difetti. Perciò di Mehemct Primo Vifir può dirli, che da baififfima nafeita fenz’altro merito, che della fortuna faliife alla più fublime dignità dell’ Imperio ; mà giuntovi., non fi turbò 0 nè perla confufionc , che porta il nuovo comando, nè per la vertigine, che cagionano l’eminenze; anzi vi fi foftenne con arte , foggettando il genio incollante, c 1’ animo indomito del fuo Signore . Fù egli deforme di afpct-to, volto terribile, occhio torvo , bocca canina, anzi aguiSa de’ cinghiali fuori delle labra gli (puntavano due denti. In fatti le fue parole erano morii, il fuo rifo era fdegno , e lo fdegno fierezza . Mà le interne parti dell’animo erano così ben’orga-nizate alla proportione di un governo tirannico , che più non può dirli fe non ch’egli fù un grand’iftromento della felicità del Rè d’Ottomani ; imperoahe trovato l’imperio infiacchito, e difordinato il governo , l’invigorì, e refe tutti obbedienti, La fpada , & il laccio furono i fuoi ilromenti, e riputò i Carnefici per fuoi più fidati Miniilri. Per eilinguere le civili difeor-die, molti fece perire con palei! fupplicii, e con terribil’efem-pio, altri con morte occulta, e con caute, ma non men fe-vere vendette. Con ciò dal mondo levando ugualmente gli autotevoli, & i valorofi , non fi trovò alla fua morte chi potette competere a fuo figliuolo, eh’ era in età florida di venti ott’ anni, la fucceffione nel pollo . Quelle fono le arti da non commendàrfi nè meno tra i Barbari ; mà con altrettant’am- H. TSLflnì TAL Gg mi-