LIBRO SETTIMO. 401 vittorie baverno fempre guadagnato il punto di gloria , ma 1non mai goduto il vantaggio, che ci havevamo propoflo. Se inai in alcun tempo iddio ha voluto dar fi a conofcere Signor degli eferciti, (j> arbitro delle battaglie ; certo è, che al predente / ha fatto convìncere con chiari argomenti 3 mentre più volte s è veduto da una parte , e dall' altra, 0 mancar l'a-tiimo al potere , ò Jupplìrfi col valore alle debolezze . Ver quel- 0 a noi tocca, dovemo humìliarci a' decreti del Cielo. 'Più volte nel colmo de fuoi favori la fortuna ci ba rapito dì matto le palme. Quattro Capitani Generali ci ha involato fucceffivamente la forte inìqua , e con ejjt i frutti delle loro virtù, e gli effetti delle noftre vittorie. Dunque, che più ci re fi a d attendere, fe non ciò, che a noi non lìce prefumere, ì miracoli cioè della de [Ira armata dì Dìo , che con la fpada dì fuoco f fcaglì fopra le turme infedeli, e le ejìermini col fuo giùftiffimo Jdegno ? Ciò può ejfere, ò Padri, in quel momento, che fta nel Cielo prefcrittoj ma quanto a noi nelle tenebre del fecolo involti, dovemo regger i pafji con quei barlume dì prudenza humana, che Iddio fleffo ci ha oblìgati di feguitar per ifcorta . Qui dunque venghìamo d calcoli con noi ftefft, con le noftre for^e, con le (peran^e, Già parmì proferiti 0 il penfiero di ricuperare le cofe perdute, e di cavarle di mano a chi le tiene troppo fortemente guardate, e può f occorrerle con for^e innumerabili ad un foffio propìtio dì vento . lo acconfento, che la citta dì Candía non fta per cost facilmente cadere, ma Dìo ci guardi da uno sformo rìfoluto dì così va fi a potenza, e da ben concertata dìverfìone dì forze , che fianchi, e divìda le noftre, (j? infierne confonda i noftri configli, Io tutto non temo, ma sò quanto pojfa, chi tutto poter d noftri danni vorebbe : De' pen fieri, e dijegnì de’ gran Prìncipi bifogna temere anche le bugìe della fama, non ejfendo imp off bile da efeguìrfi tutto ciò, che contra dì noi minaccia un potente, e fuperbo Miniftro . Lafciò dunque da parte i publicati tentativi contra l altre Jfole, i temutit pericoli della Dalmatìa , le richiefte depaffi per entrar nel Í rìuli, ancorché pojfanoejfer un giorno, comò accaduto altre volte, fe non conceduti, forprefi j per che sò, che quefti fofpetti non fono affatto e fclufi da voftrì cuori prudenti. Mache giova fcorrer il fi Nani T. II. C c ma- 1658