INTRODUZIONE IX s’appaga nel ricreare, dinanzi al suo e al nostro spirito, l’episodio che lo beò. Cosi, al primo incontro con la giovinetta, a quel primo lampo di vicendevole simpatia eh’è preludio all’amore, non altro ei dice che questo: “ Noi quella sera sembravam due bocche sorridenti a un’ istessa ora beata ” — ciò è un rilievo piuttosto estetico che sentimentale. Quando va, con una scusa, in casa della fanciulla ( c. IV ) e la trova che si pettina, e le dice le poche cose che sono il pretesto della sua visita, e fa per andarsene ; e quella, volendo fargli onore di qualche cosa, sollevando con una mano i capelli sciolti sulla bianca orecchia, prende con l’altra due limoni dolci e glieli dà “ accesa come fuoco nel volto ” — è quello un momento di smarrimento delizioso, ma il poeta, che lo assapora, non lo descrive, e si contenta di suggerirne l’idea con quest’ apostrofe delicata e profonda: “Dite, giovani amati,se più dolce è il bacio! ” Diverso è il carattere delle brevi liriche cantate dalla fanciulla, dov’ è sempre espressa, con rapidità e semplicità, non pure 1’ ardenza e l’angoscia dell’ anima sua, ma 1’ umiltà sconfinata, il senso rassegnato di lei all’ inferiorità sua verso 1’ amante. Questo non una, ma tutte o il più delle volte, è paragonato da lei al Sole o a una stella; e lei, non una, ma tutte o il più delle volte, se non si paragona a una “ derelitta nuvola ” ( come nei distici pel suo ritorno ) non osa neppure porgli di contro la personalità, evita di dire io o me, e nasconde il suo rossore, e tradisce il suo annichilimento, in un plurale di modestia, che conferisce una grazia dolorosa a quelle sue timide e delicate elegie. Col Milosao il De Rada offriva ai suoi connazionali la prima opera d’arte riflessa, che fosse stata scritta nella loro lingua materna; e alla fama creatagli da quel poemetto egli fu, nel 1837, debitore della libertà e forse della vita. Appena ritornato, come abbiam detto, da Napoli nel suo villaggio natio, prese parte a