Avvertenza. — La presente traduzione fu condotta sul testo della II* edizione (1847; cfr. Introduzione, p. XIV, e n. 3 ). Tuttavia qua e là parve al Traduttore da sostituire, o semplicemente restituire — come n’ è data notizia e ragione nelle annotazioni ai rispettivi canti*— qualche verso o luogo della 1* edizione. Di ciò, naturalmente, fu chiesta licenza allAutore. il quale, esaminato il ms., autorizzò la parziale contaminatio delle due edizioni con lettera autografa, di cui si riporta qui il brano relativo ( in trascrizione diplomatica, dato che la lettera, vergata dal poeta infermo e già cadente, è come in abbozzo ) : “____Dopo tanto ausilio alle \ [parola illeggibile] sorti della mia pa- \ tria misera che io credo raffi- | gurare nella traduzione si \ cara del Mi-losào. non che autoriz- \ tarla alla medesima io Le devo | restare obbligatissimo pel Suo | fatto [in nota a piè di pagina: che rinnova] le mie speranze non con- \ sunte dall' aspettativa. E forse, | i qualche [sic] tratti della la edizio- | ne eh’ Ella traducendo preferi- | sce alle varianti delle posterio- | ri è [sul rigo: sono] più j concorde [sic] alla originalità | gradita in universo." CANTO I. — A documentare il valore psicologico soggettivo di questo Canto, e l’interpretazione che ne abbiamo data nella Introd. ( p. V-VI ) è opportuno confrontarlo con questi versi che Domenico Mauro, il Poeta conterraneo e coetaneo del De R., gli indirizzava nel 1834 ( in una Epistola che dev’ essere quella contenuta nell’opuscolo, noto al Croce [cfr. Nota 31 alle Lezioni V-XIII su La Letteratura Italiana nel secolo XIX di F. De Sanctis, Napoli, Morano, 1898, p. 203], Versi sciolti in occasione della morte di mio padre di risposta all’ amico N. N. (Napoli, tip. della Minerva, 1835, 91